mercoledì 6 febbraio 2013

Gente come l'ovatta

Gente come l'ovatta quella del sud... calda sì, ma piena di contraddizioni.
Proprio questa sera mi chiedevo dove sono e cosa fanno tutte quelle persone che senza lavoro stanno in casa e tu le chiami per un caffè, o una passeggiata, o solo un saluto, ed esse scappano, si rifugiano in quel caldo focolare che è la loro casa.
Tanti i disoccupati della zona, ma stranamente tutti troppo impegnati per un saluto o un sorriso!
Impegnati in FACCENDE IMPORTANTI alle quali io non so dare una raffigurazione e nemmeno un'idea.
Tanto importanti da non riuscire a salutare un'amica e forse nemmeno a pensarla, tanto importanti da non rispondere neppure al telefono.
Questo è veramente curioso:
un giorno ho fatto una prova: ho chiamato sei diversi conoscenti (prima li chiamavo amici) ma nessuno e dico nessuno mi ha risposto, allora ho mandato un sms, ma nemmeno a quello si risponde se non dopo molte, moltissime ore, quando ormai, forse, una risposta non è più necessaria!
Ma non è questo ciò che conta, la vera essenza della mia considerazione sta nel fatto che la gente rimane indifferente, al nord come al sud, indifferente all'amicizia, al calore umano, ma anche solo ad una stretta di mano. Sono forse una becera idealista? Forse sì!
Li guardo e mi fanno pena, però poi li ammiro anche perché riescono a vivere qui, in questa terra maledetta e piena di contraddizioni. Li ammiro ma non troppo.
Mi fermo ad osservare nel corso cittadino e alle feste, nei locali (quei pochi rimasti), le persone. Vedo ragazze imbellettate dalla testa ai piedi, il cui unico scopo pare essere quello di trovare "lo zito" il fidanzato, l'eventuale marito. Colui che dia loro una posizione nuova, lo status di MOGLI!
E mi fanno pena: tutto quel dannarsi, affannarsi per dividere la vita con uomini che le tradiranno e che coscienti poi perdoneranno le loro scappatelle. Di seguito poso gli occhi sui giovani maschi adulti o ragazzi, sempre alla ricerca di una nuova conquista, la donna di una notte, la femmina da possedere, forse solo un'altra X sul loro taccuino.
Sento e vedo questo e invece loro non sentono e non vedono, non si analizzano dall'esterno, restano immobili come l'ovatta, caldi ma isolati, dal mondo e da loro stessi!

E poi penso al mare, questo splendido mare del SUD e scrivo alcuni versi:

che tristezza infinita
e guardo il mare...
questo è un mare infinito di lacrime
lacrime della gente del sud
che non può fare nulla
nulla per cambiare

A cosa serve avere il mare se per guardarlo sei solo, se non hai compagnia umana di persone pensanti per condividere un tramonto? A cosa serve questo mare? Non ve lo meritate, non vi meritate la poesia di un'alba, nemmeno la scia rosa tra le nuvole...

E il cuore è stretto in una morsa di tristezza, una tristezza lucida, consapevole...
... che mi porta a scrivere ancora:
solo vivendo qui si può capire
qui la gente non vive
VEGETA
non respira...
dorme
privi di stimoli
privi di entusiasmi
qualsiasi cosa qui si spegne
mi sento come la fiamma di una candela in preda a un forte vento

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